Seavessi è NATA staccata. Complice un fisico più simile a quello di un Orsetto del Cuore
che a più alti standard di femminilità, Seavessi in tenerissima età si è chiamata fuori dal gioco, s’è infilata le scarpe da ginnastica e ha scorrazzato per il mondo saltellando di palo in frasca, di stadio in concerto, di anno in anno.
Ha avuto, Seavessi, momenti di invidia feroce, per le Taccate, in particolare Seavessi aveva (non ce l’abbiamo tutte?) un’amica che sembrava uscita da Vogue anche se si metteva il pigiama con le macchie, e Seavessi ha debitamente carognato sul fatto che il pigiama con le macchie, addosso a Seavessi medesima, sembrava, appunto, solo un pigiama con le macchie.
Maledetto, comodissimo pigiama con le macchie.
Poi sono nate le bambine.
Apoteosi della staccatezza, penserete voi. Perché ne pensino quel che vogliono Enzo e Carla, ma ci andassero loro al parchetto col tacco 10 a correre in mezzo all’erba, che a me non mi pagano abbastanza. La maternità è nemica fisiologica del tacco, i piccoli, teneri virgulti necessitano una rapidità e agilità di movimento che porta le più a inciampare anche a piedi nudi in mezzo a una stanza vuota, cercando di impedire a Giuseppetto di leccare la presa della corrente.
Però.
C’è un però.
A Seavessi, con la maternità, son venuti i tacchi dentro.
Seavessi può non nutrire particolari ambizioni riguardo alla femminilità, ma ne foraggia stormi e greggi e mandrie per quando riguarda il suo essere madre.
Si muove con cautela, Seavessi, in bilico sul suo tacco 12 mentale di aspettative su se stessa. Valuta su che terreno si sta muovendo, ché non vuole restare con un tacco in un tombino, e essere mamme è un posto PIENO di tombini, e sono dove non te li aspetti.
Non si può correre, non dentro, non troppo, da mamme, perché hai i tacchi. E ogni tanto prendi una storta e cadi e porca trottola se fa male, fa malissimo, altro che una storta.
Guardi i tacchi delle altre mamme, oh sì, li hanno anche loro, e sono quasi sempre più alti, più eleganti dei tuoi, e ti rode, e poi tua figlia ti fa l’ennesimo disegno della tua famiglia, dove sorridono tutti, e pensi che i tuoi tacchi sono i più strafighi mai creati da che universo è universo e disegno dell’asilo è disegno dell’asilo.
A volte sono tacchi parecchio scomodi, e ti tocca portarli anche quando vorresti solo sbracarti sul divano a guardare Scandal, e invece non è ancora ora, l’orario delle mamme si sa che è, come va di moda dire oggi, flessibile.
Sono i tacchi più splendidi e scomodi del mondo, perché non li toglierai mai.
Questo post aderisce all’iniziativa Staccate VS Taccate della Staccata . Aderivate anche voi!!!
Ma che roba bella che hai scritto!!!
❤
Grazie Luci ❤
Miiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii. Ma quanto mi piace questo post! Appena mi sono riossigenato lo inserisco nella mia paginètta. Grazie per aver partecipato, Marina 😉
non farmi tutti sti complimenti, mi vengono le orecchie rosse 🙂
RiossigenatA. Devo aumentare la dose…
mi piacciono i tuoi tacchi 🙂 altro che Loubutin 🙂 ( o come si scrive, quello li insomma)
oh cara, scrivilo come vuoi 😀 tanto non so cosa sia!
Non potevo esimermi. Troppo bello il tuo post, troppo bella l’iniziativa 🙂
la Luana è una grande (anche senza tacchi)
Tesorobbello, io so’ piccolina piccolina. Pure con i tacchi 😉
leggo solamente ad un anno di distanza, ma che gran sollievo!!!!! MI sento molto così, anche se adesso che la belva similamplificata che mi gira per casa, gestibile da nonni e babysitter, mi consente ogni tanto i tacchi..tip toe, eh…..alla faccia della figura orsetto!! Grazie Marina!